26 Mag Excerpt: Queen move
sinopsys
Il ragazzo che da sempre ho considerato come mio ora è diventato l’uomo che non posso avere…
Se scavi un po’ troverai delle mie foto in cui sono nella vasca da bagno con Ezra Stern.
Non ti fare idee strane. Avevamo sei mesi.
Indaga meglio e uno di noi potrebbe confessare di aver riservato il nostro primo bacio per l’altro.
I trenta secondi più goffi, bagnati, approssimativi…e spettacolari della mia adolescenza.
Vai a fondo nei nostri affari e vedrai due famiglie, unite come se ci fosse un legame di sangue, divise in un unico istante.
Vent’anni dopo, il “brutto anatroccolo”, il mio migliore amico fin dall’infanzia, il ragazzo che nessuno notava, è diventato un uomo che nessuno può ignorare.
Più bello. Più agguerrito. Più furbo.
E occupato.
Ditemi che è sbagliato.
Ditemi che il ragazzo che da sempre ho considerato come il mio è ora l’uomo che non posso avere. Quando ci ritroviamo di nuovo, tutto si si mette tra noi: segreti, bugie, promesse.
Ma non siamo arrivati fin qui per arrenderci ora.
E so qual è la mossa da fare se voglio farlo mio.
Versione originale
The boy who always felt like mine is now the man I can’t have…
Dig a little and you’ll find photos of me in the bathtub with Ezra Stern.
Get your mind out of the gutter. We were six months old.
Pry and one of us might confess we saved our first kiss for each other.
The most clumsy, wet, sloppy . . . spectacular thirty seconds of my adolescence.
Get into our business and you’ll see two families, closer than blood, torn apart in an instant.
Twenty years later, my “awkward duckling” best friend from childhood, the boy no one noticed, is a man no one can ignore.
Finer. Fiercer. Smarter.
Taken.
Tell me it’s wrong.
Tell me the boy who always felt like mine is now the man I can’t have.
When we find each other again, everything stands in our way–secrets, lies, promises.
But we didn’t come this far to give up now.
And I know just the move to make if I want to make him mine.
Language
English
Connect with Kennedy Ryan
excerpt
Vedo Ezra che mi osserva, una spalla appoggiata allo stipite della porta sul retro, un vecchio sentimento dipinto sulla sua nuova faccia. In un certo senso, sto ancora cercando di far combaciare questo “bel culetto” adulto di Ezra con il ragazzo che occupava molto meno spazio nel mondo, ma che allora era anche il mio intero mondo. Perdo la concentrazione a metà del salto e cado sul sedere. Il trampolino mi lancia di nuovo in alto e rimbalzo in piedi. I miei respiri forzati rimbombano forti nella notte tranquilla mentre i nostri sguardi si aggrovigliano. Siamo rimasti intrappolati con gli sguardi e non riesco a liberarmi. Il sorriso di Ezra diminuisce e fa qualche passo in avanti fino a quando non raggiunge il bordo del trampolino.
“Riesci a immaginare se avessimo avuto uno di questi da piccoli?” domanda.
“Non saremmo mai andati a scuola.”
Annuisce verso il bordo dove i miei piedi si sollevano ancora di qualche centimetro in modo riflesso. “Posso?”
“È il tuo trampolino”, dico senza fiato per la sua vicinanza e per lo sforzo.
Attraversa la rete e sale sulla superficie tesa, prendendomi la mano. Un caleidoscopio di farfalle migra istantaneamente dal mio stomaco fino alla gola. Dovrei obiettare anche a questo contatto, ma non lo faccio. Osservo semplicemente le nostre mani unite fino al sorriso sul suo volto.
“Facciamo un salto”, dice.
E poi stiamo rimbalzando, uno di fronte all’altro, guardandoci negli occhi mentre il trampolino ci lancia in aria. Inizia a ridere per primo. Una risatina soffocata quando mi libera la mano per rimbalzare sul suo sedere, poi in piedi, e poi balzare più in alto nell’aria. E poi sono nelle sue grinfie, l’allegria, la risatina che fuoriesce da me come un bidone di polvere di folletti rovesciato. La gioia soffoca l’aria intorno a noi. Siamo di nuovo bambini, senza preoccupazioni o responsabilità. Non ci sono soffitti sui nostri sogni o pareti intorno a ciò che potrebbe essere. Potremmo saltare tutta la notte e ridere fino all’alba. Tranne che qualche minuto dopo smettiamo di rimbalzare per atterrare sui nostri sederi, sdraiarci sulla schiena e guardare in alto. La luna è una falce d’argento che taglia il cielo di velluto nero.
“Le stelle sono una benedizione stasera”, dice Ezra, con la voce bassa come se parlando troppo forte, le potesse spaventare. “Vivendo in città, non le vedi sempre così. Queste sono le stelle delle occasioni speciali.”
Sorrido alla fantasia del ragazzo che è sopravvissuto nell’uomo. “E qual è l’occasione?” Giro la testa per studiare la bellezza selvaggia del suo profilo. Anche lui gira la testa e il suo sorriso evapora come zucchero filato sulla lingua, un dolce svanire. “Noi”, dice. “Siamo noi l’occasione speciale.”
Non sono sicura di chi si muove per primo. Più tardi il mio orgoglio dirà che è stato lui, ma potrebbe anche essere una bugia a mia discolpa. Indipendentemente da tutto ciò, la sua mano è a coppa sul mio viso e le mie dita si nascondono tra i riccioli rasati sul collo. Il suo pollice mi sfiora la bocca, un’eco del nostro primo bacio innocente, ma questo bacio non è titubante o timido. Mi tira il mento fino a quando la mia bocca si apre e mi lecca, affamato e spericolato. Lo lecco anche io, lo succhio, e gemo anche io. Questo bacio vola in alto nel sole, sciogliendo la mia volontà di ferro e riducendo tutte le mie riserve in cenere. Mi faccio strada nella nebbia della lussuria alla ricerca della ragione, un miraggio in lontananza, qualcosa che sfarfalla dentro e fuori la vista tra fantasia calda e fredda e dura realtà.
“Hai detto che potevo fidarmi di te,” ansimo tra i baci. “Io non tradisco, Ezra.”
Si ferma, apre gli occhi, appoggia la fronte contro la mia, i suoi respiri duramente disegnati si aprono sulle mie labbra bagnate e brucianti. “Neanche io.”
Versione originale
I catch sight of Ezra watching me, one shoulder leaned into the back doorjamb, an old affection on his new face. In some ways, I’m still reconciling this adult “fine ass” Ezra with the boy who took up much less space in the world, but who was even then, my whole world. I lose my focus mid-jump and fall on my butt. The trampoline, bouncily forgiving, throws me back up and springing to my feet. My forced breaths come loud in the quiet night as our stares tangle. We’ve snared each other with a look and I can’t wiggle free. Ezra’s smile dwindles and he takes a few steps forward until he’s at the lip of the trampoline.
“Can you imagine if we’d had one of these growing up?” he asks.
“We would never have gone to school.”
He nods to the surface where my feet still lift a few inches reflexively. “May I?”
“It’s your trampoline,” I say, as breathless from his proximity as I am from exertion.
He steps through the net and onto the taut surface, taking my hand. A kaleidoscope of butterflies instantly migrates from my belly to my throat. I should object even to this contact, but I don’t. I simply look from our joined hands to the smile on his face.
“Let’s jump,” he says.
And then we’re bouncing, facing each other, looking into each other’s eyes as the trampoline tosses us into the air. It hits him first, the laughter. A smothered chuckle when he releases my hand to bounce on his butt, then to his feet, and then springing higher into the air. And then I’m in its clutches, the mirth, the giggle spilling out of me like an overturned bin of pixie dust. It suffuses the air around us, the joy. We’re kids again, without cares or responsibilities. There are no ceilings on our dreams or walls on what could be. We could jump all night and laugh until dawn. Except after a few minutes, we stop bouncing to land on our butts and lie on our backs and look up. There’s a silver scythe moon slicing through the black velvet sky.
“The stars are a blessing tonight,” Ezra says, his voice hushed like if he speaks too loudly, he’ll scare them off. “Living in the city, you don’t always see them like this. These are special occasion stars.”
I smile at the whimsy of the boy that survived in the man. “And what’s the occasion?” I turn my head to study the rugged beauty of his profile.
He turns his head, too, and his smile evaporates like cotton candy on your tongue, a sweet vanishing. “Us,” he says. “We’re the special occasion.”
Who moves first, I’m not sure. Later my pride will say he did, but that could be a lie to exonerate myself. Regardless, his hand is cupping my face and my fingers burrow into the shorn curls at his neck. His thumb brushes my mouth, an echo of our first innocent kiss, but this kiss isn’t tentative or shy. He tugs my chin until my mouth opens and he licks into me, hungry and reckless. I lick back, I suck back, I groan back. This kiss flies into the sun, melting my iron will and burning my reservations to ashes. I fight my way through the lust fog and search for reason, a mirage in the distance, something flickering in and out of sight between hot fantasy and cold, hard reality.
“You said I could trust you,” I pant between kisses. “I don’t cheat, Ezra.”
He stills, opens his eyes, rests his forehead against mine, his harshly drawn breaths fanning over my lips both wet and burning. “Neither do I.”
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Release Date
26 Maggio 2020
Category
Contemporay romance
Editore
Self published
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