Excerpt: Happily Letter After

di Vi Keeland & Penelope Ward

Excerpt: Happily Letter After

sinopsys

 

La mia storia d’amore è iniziata con una lettera.

Soltanto che non veniva dall’uomo di cui alla fine mi sarei innamorata. Era di sua figlia. Una dolce bambina di nome Birdie Maxwell che aveva scritto alla rivista per la quale lavoravo.

Dovete sapere che una volta l’anno il mio datore di lavoro esaudiva alcuni dei desideri dei lettori. Soltanto che quella rubrica sarebbe dovuta ripartire tra qualche mese.

Quindi ho esaudito personalmente alcuni dei suoi desideri. Era una cosa innocua … almeno così pensavo. Fino a quando un giorno le cose non sono andate oltre.

Mentre esaudivo anonimamente un altro desiderio di Birdie, ho dato un’occhiata a suo padre. Il suo papà single straordinariamente bello.

In quel momento avrei dovuto smettere di giocare alla fata madrina. Avrei dovuto lasciar perdere. Ma non potevo farne a meno. Avevo una connessione con questa bambina, tale da farmi agire irrazionalmente.

Come quando mi sono presentata alla loro porta.

 

Versione originale

My love story all started with a letter.

Only it wasn’t from the man I’d eventually fall in love with. It was from his daughter. A sweet little girl named Birdie Maxwell who’d written to the magazine that I worked for.

You see, once a year my employer fulfilled a few wishes for readers. Only that column didn’t start up again for months.

So I fulfilled some of her wishes myself. It was harmless…so I thought. Until one day I took things too far.

While anonymously granting yet another of Birdie’s wishes, I got a look at her father. Her devastatingly handsome, single dad father.

I should have stopped playing fairy godmother then. I should have left well enough alone. But I just couldn’t help myself. I had a connection to this girl. One that had me acting irrationally.

Like when I showed up on their doorstep.

Language
English

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excerpt

 

“Non posso credere che lo stiamo facendo.” Devin e io abbiamo preso la linea C per Columbus Circle e ci siamo fermate da Starbucks prima di raggiungere la giostra. La mia  complice si è vestita apposta per l’appostamento, tutta nera dalla testa ai piedi con occhiali da sole neri e un berretto di lana… a Luglio. Siamo fortunate che ci troviamo a New York o sarebbe sembrata strana come effettivamente è. Io, invece, avevo dei jeans e una maglietta degli Aerosmith. Perché… avete presente…Steven Tyler e quelle labbra. Non mi importava nemmeno che probabilmente avesse raggiunto i settant’anni. Succhierei ancora quelle labbra.

Ci siamo sedute su una panchina situata a destra della giostra, non direttamente di fronte ma da dove potevamo ancora vedere tutti quelli che entravano e uscivano. Quando raggiungemmo la postazione, iniziai a sentirmi davvero male per quello che stavamo per fare: invadere la privacy della piccola Birdie. “Forse non dovremmo farlo.” Devin mi mise una mano sulla spalla e fece pressione, nel caso avessi cercato di alzarmi. “Lo stiamo facendo. Non provare nemmeno a scappare. ” Mi accasciai sulla panchina. “Va bene.” Restammo sedute per quasi un’ora, sorseggiando caffè, spettegolando sul lavoro e cercando una bambina e suo padre. Quando guardai l’ora sul telefono, dissi: “Sono le undici passate. Non credo che stiano arrivando.” “Concediamogli fino alle undici e mezzo.” Alzai gli occhi al cielo. Ma fanculo, siamo arrivate fino  ​a questo punto, tanto vale che vada avanti. Altrimenti, Devin me lo avrebbe sempre rinfacciato. Alle undici e mezzo in punto, mi alzai. “Andiamo, Lacey.” “Chi?” “Cagney e Lacey. Era uno show che mia madre guardava quando ero piccola. C’erano due donne detective.” “Ok, chi era la più sexy? Forse non voglio essere Lacey. ” Risi. “Puoi essere quello che vuoi.” Mi voltai per gettare la mia tazza di caffè nel cestino accanto alla panchina e stavo per iniziare ad andare via quando vidi una bambina e un uomo che erano appena entrati nell’ingresso del parco. Erano abbastanza lontani, ma pensai che potesse essere Birdie. “Oh mio Dio. Sieditii! Siediti! Penso che siano loro. ” Entrambe piantammo di nuovo il culo sulla panchina nello stesso esatto momento. Devin si sporse in avanti e strizzò gli occhi. “Sei sicura?” La presi per il braccio e la tirai giù a sedersi. “Non essere così ovvia.”

Guardammo, fallendo miseramente nel tentativo di sembrare disinvolte, mentre l’uomo e la bambina si avvicinavano. L’uomo era alto, con le spalle larghe e indossava un paio di jeans e una maglietta. Teneva la mano della bambina. E lei aveva addosso… un body e un tutù. Era decisamente Birdie!

“Oh mio Dio. Sono loro! ”

Nessuno di noi disse una parola mentre il padre e la figlia si avvicinavano alla giostra. Quando si erano avvicinati abbastanza da poter finalmente vedere i loro volti, sussultai. “Oh mio Dio. Lui è… ”

Devin mi afferrò la mano. “Mi prenoto. Voglio avere i suoi bambini. ”

Non potevo credere ai miei occhi. Mentre mi aspettavo di vedere una versione moderna di mio padre vent’anni fa, l’uomo davanti a me era tutt’altra cosa. Per la cronaca, mio ​​padre è fantastico e non ha un aspetto troppo trasandato. Ma quest’uomo… era…Bello.Da.Morire. Wow. Beh… si. Wow.

Sebastian Maxwell aveva i capelli scuri, un fisico da mozzare il fiato e labbra bellissime e carnose. Avevo scherzato sul fatto che Devin pensasse che il ragazzo fosse un supermodello, ma quest’uomo effettivamente poteva essere un top model. Aveva quei capelli lunghi e disordinati, come se ci avesse appena passato in mezzo le mani, e sembrava che avesse appena scopato e allo stesso tempo finito un servizio fotografico. Sì, quello era lui. Ero assolutamente, decisamente senza parole.

 

Versione originale

“I cannot believe we are doing this.” Devin and I took the C train to Columbus Circle and stopped at Starbucks before walking over to the carousel. My partner in crime came dressed for surveillance, wearing head-to-toe black, dark sun- glasses, and a wool cap . . . in July. We were lucky it was New York or she might look like the weirdo she is. I, on the other hand, had on jeans and an Aerosmith T-shirt. Because . . . you know . . . Steven Tyler and those lips. I didn’t even care he was probably pushing seventy. I’d still suck on those babies.

We took a seat on a bench located to the right of the carousel—not directly in front of it but where we could still see everyone who walked in and out. As we got into position, I started to feel really bad about what we were about to do—invade little Birdie’s privacy.
“Maybe we shouldn’t do this.”
Devin put her hand on my shoulder and applied pressure—just in case I tried to get up. “We’re doing this. Don’t even try to make a run for it.”
I slouched back onto the bench. “Fine.”

We sat for the better part of an hour, sipping coffee, gossiping about work, and looking around for a little girl and her dad. When I caught the time on my phone, I said, “It’s after eleven. I don’t think they’re coming.”
“Let’s give it until eleven thirty.”
I rolled my eyes. But screw it, we were in this far—I might as well go along with the rest of the ride. Otherwise, Devin would never let me hear the end of it. At eleven thirty on the dot, I stood. “Let’s go, Lacey.”
“Who?”
Cagney & Lacey. It was a show my mom used to watch when I was little. It had two women detectives.”
“Well, which one was hotter? Maybe I don’t want to be Lacey.”
I laughed. “You can be whichever one you want to be.”

I turned to throw out my coffee cup in the basket next to the bench and was just about to start to leave when I spotted a little girl and a man who had just turned into the entrance of the park. They were pretty far off, but I thought it could be Birdie. “Oh my God. Sit! Sit! I think that’s them.”
The two of us planted our asses back on the bench at the same exact time. Devin leaned forward and squinted. “Are you sure?”
I grabbed her arm and pulled her to sit back. “Don’t be so obvious.”
We watched, while completely failing at looking casual, as the man and the little girl moved closer. The man was tall, broad-shouldered, and had on a pair of jeans and a T-shirt. He was holding the hand of the little girl. And she had on . . . a bodysuit and tutu. It was definitely Birdie!
“Oh my God. It’s them!”
Neither of us said a word as the father and daughter approached the carousel. When they got close enough so I could finally see their faces, I gasped. “Oh my God. He’s . . .”
Devin grabbed my hand. “I call dibs. I want to have his babies.”

I couldn’t believe my eyes. While I was expecting a modern version of my dad twenty years ago, the man standing before me was anything but. For the record, my dad is awesome, and he’s not too shabby-looking. But this man . . . was . . . drop. Dead. Gorgeous. Wow. Just . . . yeah. Wow.

Sebastian Maxwell had dark hair, bone structure to die for, and full, beautiful lips. I’d joked how Devin thought the guy was a super- model, but this man could actually be a supermodel. He had that longish, messy hair—the kind that he could drag a hand through, and it would look like he’d been both thoroughly fucked and just finished a photo shoot. Yeah, that was him. I was absolutely, positively speechless.

 

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Release Date
20 Ottobre 2018

Category
Contemporay romance

Editore
Self published

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